Forse quando Gesù ha inventato la Comunione -scusateci il linguaggio azzardato- qualcuno ha tradotto il suo
gesto in "fare la Comunione" e non "essere Comunione".
Forse così si rischia di perdere qualcosa?
Non sappiamo bene ma ci verrebbe da dire che essere comunione potrebbe significare mettere in relazione, condividere con gli altri, mettere insieme persone anche molto diverse o almeno provare a farlo.
Continuando questi pensieri ci piace pensare che essere in comunione con se stessi significa tenere insieme le parti che ci compongono: quelle belle e quelle meno belle.
Accettare quindi anche quello che amiamo un po’ meno di noi.
Forse allora fare la comunione, vivere quel gesto,significa anche alimentare il nostro essere in comunione con gli altri e con noi stessi.
Gesù mette in comunione la sua vita con gli altri e permette di metterci in comunione con noi stessi.
Il suo gesto d’amore genera vita e costruisce comunità.
Sentirsi amati ci rende più capaci di amare e ci aiuta anche a cambiare.
I bambini del gruppo Cenacolo domenica scorsa hanno ricevuto la loro prima comunione dopo mesi di attesa e incertezza....hanno finalmente costruito un pezzo di comunità e hanno partecipato al dono di essere con Gesù!
È stato molto bello vedere i loro volti raggianti... tra l’attesa, il desiderio e l’emozione ed essere con loro alla celebrazione, che e'stata partecipata con intensita' da tutti.
A noi adulti spetta stare accanto ai bambini e permettergli di continuare a vivere quel gesto che hanno potuto vivere per la prima volta domenica scorsa.
Alimentare e sostenere il loro percorso, la loro interiorità passa anche dal poter vivere la Messa domenicale.
Costruire comunità tra persone diverse perché in comunione e provare a ri-vivere quel momento e gesto che è l’Eucarestia sono un piccolo grande dono per i nostri bambini.
Ci auguriamo che possano custodire lo stupore gioioso di domenica 18 ottobre...non in un ricordo ma come una tappa del percorso di fede e di vita.
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